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A 500 anni dalla morte, l'opera di Leonardo da Vinci è rivista sotto un'ottica diversa rispetto a quella generalmente riconosciuta. Leonardo così annunciava il suo celeberrimo esperimento del volo: "Piglierà il primo volo il grande uccello sopra del dosso del suo magno Cecero, empiendo l'universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture e gloria eterna al loco dove nacque". Ma non andò così, come il suo pilota Zoroastro da Peretola potrebbe testimoniare. Giorgio Vasari, nelle sue "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori", da parte sua annotava: "Vedesi bene che Lionardo per l'intelligenza de l'arte cominciò molte cose e nessuna mai ne finì...". Un sommo genio o un personaggio sopravvalutato? Un precursore visionario o un inventore pasticcione? Andrea Cocchi, ingegnere fiorentino, ripercorre le gesta del "collega" vinciano da un punto di vista più pragmatico e meno indulgente, sottolineandone gli aspetti più insoliti e decisamente meno geniali.